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Lo slang che dovresti conoscere

Improve listening and comprehension skills.

BI Poggibonsi
Postato il: 05/04/23
Tempo di lettura: 4 minuti, 0 secondi


Questa settimana vogliamo rompere gli schemi, inorridire le signore di buona famiglia, e far cadere il monocolo degli insegnanti benpensanti: parliamo di slang (e sfatiamo qualche mito). Non si può imparare una lingua solo dai libri di grammatica, esistono infatti diversi livelli di complessità nell'uso dell'inglese. Non si tratta solo di un semplice alternarsi tra “formale” e “informale”, o tra “standard” e “dialetto": le espressioni gergali sono nei discorsi di tutti i giorni, ma anche nei dialoghi delle serie TV e dei film, nei titoli degli articoli dei giornali, nelle canzoni che ascoltate alla radio

Non solo parolacce.

Quando si parla di slang, spesso si fa riferimento ad un linguaggio specifico tipico di un determinato gruppo sociale, come le gang o le minoranze che popolano le metropoli nordamericane. È però un luogo comune pensare allo slang come un dialetto incomprensibile popolato da volgarità ed espressioni oscene. Si tratta di gergo, con neologismi e frasi idiomatiche usate dai parlanti in un contesto informale. Ogni subcultura ha il suo slang: c'è quello giovanile, quello di Internet, il gergo calcistico, quello londinese o quello newyorkese. E l'elenco non finisce qui!

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Come succede per l'Italiano, le espressioni gergali riescono a far breccia nella lingua Inglese e si insidiano nei discorsi di tutti i parlanti. Ecco qualche esempio che vi aiuterà a migliorare le vostre listening and comprehension skills

- cheeky: aggettivo tipico dello slang British English, in italiano “sfacciato/a”. A seconda del contesto ha due significati opposti: può essere usato per apostrofare teneramente (cheeky you, cheeky devil) oppure può essere associato a parole poco ortodosse, con una connotazione fortemente negativa.

- Hit the road!: vuol dire “partire”, “iniziare un viaggio”, ma se detto con un certo fastidio, vuol dire “vattene”. Siamo certi che conoscete questa canzone che vi aiuterà a memorizzare questa espressione:

- goner: ha diversi significati. Può essere riferito a qualcuno nei guai, come nella frase When your dad finds out, you're going to be a goner; significa anche “perdente”, “caso disperato”, un sinonimo di loser;

- telly: è il diminutivo usato dagli Inglesi per parlare della televisione: What's on the telly tonight? Switch on the telly. Esiste anche il vezzeggiativo di BBC, the Beeb;

- antsy: vuol dire “irrequieto”, “impaziente”. Deriva dall'espressione idiomatica to have ants in your pants, avere le formiche nelle mutande.

È interessante notare la quantità di parole per definire i folli:

- mental: a seconda della regione in cui vi trovate, può significare “fantastico”, “insolito”, ma anche “pazzo”, “malato”, “instabile”;

- basket case: indica qualcuno di folle, instabile mentalmente, incapace di svolgere le mansioni quotidiane, come avrete capito dalla canzone omonima dei Green Day. L'origine di questa espressione è legata all'abitudine diffusa in alcuni manicomi americani di impiegare i disabili mentali nella costruzione di cestini in vimini;

- bonkers: serve per indicare qualcuno che agisce in modo irrazionale, che esprime eccessivo entusiasmo

 

Una questione di registro.

Lo slang può aiutarvi a non esprimervi come un libro stampato, perché, come avrete capito, non c'è solo un modo per dire le cose. Facciamo un esempio: avete un amico che legge molto. Come lo direste? He reads quite a lot è una frase in un Inglese corretto. Per dare un po' di personalità alla vostra affermazione in un dialogo informale tra amici, potreste utilizzare lo slang e dire He's a bit of a bookworm. Se invece il vostro interlocutore è la Regina, vi converrebbe utilizzare un registro più formale e dire He peruses a substantial amount of written literature. Farete sicuramente una bella figura!

Anche nello scritto potreste esercitarvi ad utilizzare espressioni diverse, a seconda del destinatario delle vostre comunicazioni. Prendiamo il caso di una e-mail per i vostri colleghi di lavoro: avete appena finito di spiegare un concetto e volete riassumere i punti salienti. Per introdurre la vostra frase conclusiva, l'espressione To summarise... è sicuramente l'ideale, formale ma non troppo. Se i colleghi sono anche vostri amici, potreste rendere il discorso meno noioso scrivendo In a nutshell..., espressione che deriva dallo slang e che corrisponde all'Italiano “in soldoni”. Se il destinatario dell'e-mail è il vostro capo, invece, dovreste usare un linguaggio più formale e magari scrivere In conclusion, I would like to reiterate the salient points once again.

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Urban Dictionary.

La fonte di tutte le definizioni che vi abbiamo dato oggi è il sito web Urban Dictionary (www.urbandictionary.com), la Bibbia online dei neologismi e dello slang in lingua Inglese. E' facile consultarlo, it's not rocket science!

 

 






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